Retina Suisse ha stilato una panoramica dei principali punti e delle possibili domande da considerare in merito al glaucoma.
Che cos’è il glaucoma?
Glaucoma è un termine collettivo per le patologie dell’occhio caratterizzate da un danno progressivo al nervo ottico (spesso, ma non sempre, associato a un aumento della pressione intraoculare).
Senza trattamento, il glaucoma porta alla perdita progressiva e irreversibile della vista sull’arco di svariati anni.
Distinguere il glaucoma dalla cataratta
Fin verso il 1700 non esisteva alcuna distinzione tra glaucoma e cataratta. Se non adeguatamente trattate, entrambe le malattie conducono alla cecità.
La cataratta è un offuscamento del cristallino, in origine trasparente. Una compressione del materiale del cristallino e la perdita di elasticità del suo tessuto determinano un’immagine sfocata con perdita di contrasto. Le conseguenze sono una visione annebbiata, una crescente sensibilità all’abbagliamento e talvolta anche un’alterazione della percezione dei colori o la doppia visione. Si vede come attraverso un velo grigio. In greco antico «cataratta» significa «cascata» e si riferisce alla colorazione leggermente biancastra della pupilla, facilmente riconoscibile quando l’offuscamento del cristallino si trova in fase avanzata. Ricorda la schiuma bianca di una cascata.
Il glaucoma invece è una malattia del nervo ottico in cui le fibre nervose dell’occhio vengono danneggiate in modo irreversibile. Di conseguenza, si verificano le caratteristiche perdite del campo visivo, che di solito vengono percepite come perdita della vista dalle persone colpite soltanto quando la malattia è in fase avanzata. «Glaucoma», dal greco antico «glaukos», significa «grigio-bluastro» o «del colore del mare». Si riferisce alla colorazione grigio-blu dell’iride che in passato si osservava spesso in presenza di un glaucoma in stadio avanzato.
Quali sono i sintomi del «glaucoma a lungo termine»?
Il fenomeno principale è il graduale restringimento del campo visivo.
Il glaucoma inizia in modo inosservato con un discreto sviluppo di macchie cieche o di una perdita della vista estesa all’intera area nel corso di mesi o anni. I punti ciechi lentamente si ingrandiscono e si fondono con altri punti ciechi nelle vicinanze.
La graduale perdita della vista passa spesso inosservata, fino a quando ne è andata persa gran parte.
Di regola, dapprima si perde la visione periferica: le persone possono non vedere le scale, constatare che quando leggono mancano parti di parole o hanno difficoltà a guidare.
Poiché la visione centrale viene solitamente persa per ultima, molte persone sviluppano la cosiddetta visione a tunnel: vedono perfettamente dritto davanti a sé, ma sono cieche in tutte le altre direzioni.
Se il glaucoma non viene trattato, alla fine si perde anche la visione a tunnel e subentra la cecità.
Un caso particolare: il glaucoma acuto o attacco di glaucoma
La pressione oculare aumenta in modo rapido e improvviso.
Le persone colpite solitamente soffrono di forti dolori agli occhi e alla testa, arrossamenti e visione offuscata, aloni colorati attorno alle fonti luminose e una rapida perdita parziale o totale della vista.
Come reazione all’aumento della pressione oculare è anche possibile soffrire di nausea e vomito.
Il glaucoma acuto è considerato un’emergenza medica, perché le persone colpite possono perdere la vista entro due o tre ore dalla comparsa dei sintomi.
I fattori di rischio per il «glaucoma a lungo termine» sono molteplici
• Aumento della pressione intraoculare
• Casi di glaucoma in famiglia
• Età oltre i 40 anni
• Pressione arteriosa bassa e fluttuante (in caso di glaucoma a pressione normale)
• Disturbi circolatori
• «Sindrome di Flammer»: spasmi vascolari agli arti (mani o piedi freddi), apnea del sonno (arresto respiratorio), tinnito, emicrania, basso indice di massa corporea (con glaucoma a pressione normale)
• Occlusioni vascolari nella retina
• Elevati livelli di miopia e/o presbiopia
• Terapia a base di cortisone a lungo termine
• Malattie neurologiche
• Sclerosi multipla
• Morbo di Parkinson
• Diabete mellito
• Precedenti lesioni o interventi chirurgici agli occhi
• Consumo di nicotina
• Gruppo etnico: le persone di etnia africana hanno un rischio fino a cinque volte superiore.
Il glaucoma si verifica principalmente perché la pressione intraoculare è troppo alta.
Il bulbo oculare è pieno di liquido. Inoltre, nella parte anteriore dell’occhio viene prodotto altro liquido dal corpo ciliare situato dietro l’iride (nella camera posteriore). Attraverso la pupilla penetra nella camera anteriore dell’occhio, dove risciacqua il cristallino e l’iride, rifornisce la camera anteriore di sostanze nutritive e rimuove gli scarti metabolici. Infine, l’umor vitreo in eccesso fuoriesce attraverso i piccoli canali situati tra l’iride e la cornea (il cosiddetto «angolo iridocorneale»).
In un occhio sano il sistema funziona come un rubinetto (= corpo ciliare) e uno scarico del lavandino (= canali di drenaggio).
Quando il lavandino (scarico) si intasa o si blocca, mentre il rubinetto è ancora aperto si verifica uno squilibrio.
Poiché il liquido nell’occhio non può fuoriuscire, la pressione nella parte anteriore dell’occhio aumenta e viene trasmessa all’intero bulbo oculare. Una situazione che finisce per affaticare e danneggiare il nervo ottico, provocando il glaucoma.
Troppa pressione: glaucoma ad angolo aperto e ad angolo stretto
Circa il 90% di tutte e tutti le/i pazienti affetti da glaucoma soffre di glaucoma ad angolo aperto. I problemi sono causati da un tessuto spugnoso nell’angolo iridocorneale che ostacola il deflusso dell’umor vitreo in eccesso, creando di conseguenza la pressione eccessiva descritta sopra.
Nel cosiddetto glaucoma primario ad angolo aperto sono colpiti entrambi gli occhi e la malattia oculare non guarisce da sola. La causa dell’insorgenza del difetto non è ancora stata chiarita in modo definitivo.
La situazione è invece diversa nel glaucoma secondario ad angolo aperto. Di solito è causato da un’infiammazione, un’ostruzione da parte di cellule tumorali o globuli rossi o dagli effetti collaterali di una terapia a base di cortisone.
Esiste anche il glaucoma ad angolo stretto: se la camera anteriore dell’occhio presenta una struttura particolarmente piatta, l’iride può restringere l’angolo dell’occhio o addirittura chiuderlo completamente, dando origine a un eccesso di pressione. Questo accade soprattutto quando la pupilla si dilata notevolmente. Se il conseguente disturbo del deflusso dell’umor vitreo si verifica all’improvviso, siamo di fronte a un attacco di glaucoma (blocco acuto dell’angolo) – vedi sopra alla voce «Glaucoma acuto».
Pressione non eccessiva: glaucoma a pressione normale
A volte la pressione intraoculare aumenta solo nell’ambito della norma, eccedendo tuttavia i valori che il nervo ottico della persona affetta è in grado di sopportare. Questo è noto come glaucoma a bassa pressione o glaucoma a pressione normale.
Le cause del glaucoma a pressione normale sono molteplici: tra le cause principali vi sono valori di pressione arteriosa troppo bassi, disturbi circolatori o spasmi vascolari.
Inoltre, anche il diabete, gravi infiammazioni dell’occhio, una terapia duratura con cortisone o altri trattamenti farmacologici, una trombosi della vena oculare, un intervento di cataratta problematico e, non da ultimo, l’ipertensione arteriosa possono causare danni al nervo ottico.
Quali sono le attuali opzioni terapeutiche?
La maggior parte delle e dei pazienti affetti da glaucoma può essere aiutata con speciali colliri, i cosiddetti colliri antiglaucomatosi, che abbassano la pressione oculare.
Esistono diversi gruppi di principi attivi che si sono dimostrati efficaci per combattere il glaucoma. I più importanti sono: le prostaglandine, i beta-bloccanti, gli agonisti dei recettori alfa e gli inibitori locali dell’anidrasi carbonica.
Se il trattamento farmacologico non porta ai risultati desiderati, per ridurre la pressione oculare si possono prendere in considerazione interventi laser o misure chirurgiche.
La trabeculoplastica laser (ALT o SLT) può talvolta integrare una terapia farmacologica ed è a basso rischio.
L’intervento eseguito con maggiore frequenza è la trabeculectomia (intervento filtrante).
A seconda del referto e del tipo di glaucoma, possono risultare appropriati anche altri interventi.
L’oftalmologa/o deve decidere quale terapia è adatta alla o al paziente in base a numerosi fattori, come il rischio personale di un peggioramento, l’entità del danno al nervo ottico già verificatosi e l’affidabilità nell’uso di colliri.
Compilato e redatto da PJ utilizzando le seguenti fonti:
Manuale MSD; Inselspital di Berna (sito disponibile in lingua tedesca, francese e inglese); Ospedale universitario di Zurigo (sito disponibile in lingua tedesca e inglese); Deutsche Ophthalmologische Gesellschaft (documento disponibile in lingua tedesca); Ospedale St.Johannes di Dortmund (documento disponibile in lingua tedesca); Heimat-Krankenkasse Bielefeld (sito disponibile in lingua tedesca); Deutsche Familienversicherung (sito disponibile in lingua tedesca)